Una volta , “mmassare le pittule”, richiedeva tempo e forza di braccia. Di solito costituiva il pranzo e la cena e le dosi di certo superavano il kilo di farina. Oggi sono diventate delle prelibatezze tipiche del Salento che anticipano il Natale e deliziano i palati di diverse genrazione anche in primavara e in estate. Preparale è semplice e per questo molto spesso vengono utilizzate come antipasto o stuzzicheria per tutti i giorni. Però il periodo tipico per consumare le pittule è senz’altro l’autunno e l’inverno inoltrato. Le prime pittule della stagione di solito si facevano con il primo olio macinato e non potevano certo mancare il giorno dell’Immacolata (8 dicembre) e la vigilia di Natale.

Bastano 500g di farina, 1 cucchiaio di lievito di birra, sale e olio per preparale. Versiamo in una terrina la farina, il sale, il lievito sbriciolato e acqua calda. Lavorariamo con una mano l’impasto finchè non risulti soffice e cremoso. Copriamolo e lasciamolo riposare almeno per 2 ore fino a quando il suo volume non sarà raddoppiato. In una padella dai bordi alti mettiamo dell’olio e poi sul fuoco. Quando l’olio sarà ben caldo, con un cucchiaino unto di olio, prendiamo delle piccole porzioni di pasta e friggerle. Per mantenere la croccantezza, servirle calde. All’impasto già lievitato si possono mescolare: cavolfiori, baccalà lessato, cozze crude sgusciate, capperini con pomodori crudi e alici diliscate a pezzi.