• Per la pasta: mandorle pelate e zucchero
  • Per la farcia: confettura di pere o marmellata di agrumi, faldacchiera, cioccolato fondente e, facoltativamente, canditi d'agrumi

Macinate le mandorle con un uguale quantitativo di zucchero. Stemperate con un poco d’acqua e mettete a cuocere il tutto in una casseruola a fuoco moderato, fino a quando l’impasto si stacca dalle pareti della stessa. Quando l’impasto è freddo, stendetelo con il matterello fino allo spessore di circa un centimetro e foderate lo stampo in gesso a forma d’agnellino accovacciato (o di pesce, per il Natale), precedentemente spolverato di zucchero a velo. Farcite con la marmellata, pezzetti di cioccolato fondente e faldacchiera. Ricoprite con altra pasta di mandorla e capovolgete su vassoi in cartone per alimenti o cestini di legno, quindi decorate. Per decorare l’agnellino, utilizzare della pasta di mandorle stemperata con albume d’uovo: facenfola passare attraverso il beccucio zigrinato di una siringa per pasticcere produrrà un decoro piacevolissimo ed efficace, in quanto molto simile ad un vero vello d’agnello. Applicate lafaccia dell’agnellino (si acquista nei negozi di articoli per pasticcerie, di varie misure, altrimenti realizzatela artigianalmente dando forma all’occhio con un chicco di caffè e alla bocca con un piccolo incavo) e completate con confettini argenati, nastrino, la classica bandierina recante i simboli della Pasqua e ricoprite con un foglio di cellophane trasparente. L’agnellino di pasta di mandorla è il dolce per eccellenza della Pasqua salentina, così come lo è il pesce per il Natale. L’agnello, nella simbologia cristiana, rappresenta il sacrificio di Cristo e, dunque, questo dolce è di profonde radici religiose. Non a caso la pasta di mandorla viene prodotta e confezionata in agnelli e pesci (ma anche in forme più profane come le “salsicce”) dalle suore di clausura del monastero benedettino di san Giovanni Evangelista a Lecce (nel cuore del centro storico, nel rione della Chiesa Greca) almeno dalla fine dell’Ottocento. Per la sua squisitezza la pasta di mandorla delle benedettine leccesi viene richiesta in tutt’Italia e anche all’estero. Per molto tempo questo dolce era detto tuce te li signori, dolce per signori, per la sua prelibatezza e per l’elevato costo. Da almeno 50 anni viene preparato nella quasi totalità delle pasticcerie di Lecce e provincia.